
LUCA BOTTICELLI
Just be free, a free designer.
ME
Classe 1996, sono nato e vivo tutt'ora a Ostia, litorale romano per eccellenza (ma probabilmente sono di parte lo ammetto). Anche se con un anno di ritardo, mi diplomo nel 2017 al liceo scientifico statale A. Labriola. Prima di raggiungere questo traguardo avevo da sempre ipotizzato di continuare in quel settore, la scienza...ma invece decisi di buttarmi in un mondo quasi totalmente nuovo per me, un mondo che ho sempre amato e ammirato, ma che ho sempre vissuto solo da spettatore e al quale non mi sarei mai aspettato di avvicinarmi così tanto, e quel mondo è quello del DESIGN!
Sono da sempre stato un grande appassionato dell'arte in tutte le sue forme, amo visitare delle mostre d'arte particolari, vivo di musica di ogni genere h24, amo la storia dell'arte, fotografare le persone a me più vicine o la storia della mia città, amo rendere felici gli altri con i miei scatti, consigli o lavori specifici, e adoro disegnare...anche se non sono bravo quanto il mio antenato lo ammetto.
Ad oggi il mio obbiettivo è uno solo, trasformare queste mie passioni in quello che domani spero mi possa dare grandi soddisfazioni e che spero di chiamare LAVORO!

PROGETTO "MACRO ASILO"

IL MACRO
Il MACRO (Museo d’Arte Contemporanea Roma) non è sicuramente un museo come gli altri, e neanche paragonabile ai suoi “colleghi” come il MAXXI o La Galleria d’Arte Moderna. Vero e proprio centro e punto di riferimento dell’arte contemporanea capitolina e non solo, il MACRO si è distinto negli anni non solo per le mostre ed installazioni che sono passate per esso, ma soprattutto per lo spirito con il quale ha sempre cercato di coinvolgere e far entrare gli spettatori e l’intera comunità all’interno di questo mondo che è l’arte contemporanea.
IL PROGETTO "MACRO ASILO"
Oggi come non mai il rapporto tra utente e opera è al centro del lavoro di questo fantastico museo grazie al progetto “MACRO asilo”. Nato dall’idea di Giorgio de Finis (curatore del progetto) questo nuovo esperimento mette a disposizione dello spettatore un mondo completamente nuovo e fuori dagli standard tradizionali a cui siamo abituati in una qualsiasi mostra, in un nuovo modo di vivere un museo pieno di punti di vista ed esperienze differenti, tramite anche l’utilizzo di nuove tecnologie, proiezioni video, suoni, immagini, giochi d’interazione con le varie opere o addirittura anche la possibilità di poter dare un proprio contributo all’opera stessa.
Questo nuovo modo di fare arte, alla quale la gente è ancora poco abituata, ma comunque sempre più preponderante nel quotidiano, è carico di un forte valore simbolico grazie ai nuovi strumenti e alle nuove tecnologie impiegate, e per questo riesce a trasmettere e a comunicare in un modo sempre più potente il proprio messaggio, riuscendo anche a sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche molto importanti.


PERFORMANCE DI CARLO PRESOTTO
L’artista ci descrive uno schermo con delle scatole rosse davanti, successivamente una parte degli spettatori vengono guidati da una voce in una radioguida uno alla volta e gli fanno fare cose stupide. Gli altri spettatori intanto hanno un audio in cui sentono una voce che tratta argomenti che fanno riflettere sul tema della vita umana in questi tempi di guerra. I primi, che hanno le cuffie verdi, ad un certo punto sentono una canzone sciocca, i secondi nello stesso momento, con le cuffie blu, sentono il requiem di Mozart; di colpo ai verdi viene detto di saltare sulle scatole, mentre ai blu di salvare le scatole.
Viene qui sforzato un mezzo (le linee multiple immaginate per le SilentDisco) portandolo a divenire qualcosa che mostra un pensiero, un concetto importante, come quello della guerra, delle sue conseguenze e quindi della vita. Si fa teatro senza attori, rendendo attori gli spettatori stessi, rendendoli marionette inconsapevoli di quest’opera, per farli divenire un tutt’uno con quello che è il suo potente messaggio.
PROJECTS
My Works

MY STATION, MY ROUTINE.
ERROR 404...COLOUR NOT FOUND :(

ESAME
Roadmap d'esame, contenente:
1) Stop motion lab;
2) La descrizione progettuale del nostro concept e del nostro lavoro;
3) Ricostruzione dell'installazione.
#1 Stop motion lab
Io, Alessio ed il nostro mondo, tra computer, software e strumenti vari.
#2 Concept e descrizione installazione
2019…l’inquinamento atmosferico uccide circa sette milioni di persone ogni anno e rappresenta la causa principale di morti premature nel mondo…gli inquinanti atmosferici contribuiscono in maniera determinante ai cambiamenti climatici e all’acidificazione degli oceani, oltre a minacciare le colture ad uso umano…secondo le Nazioni Unite nel mondo nove persone su dieci respirano aria inquinata…
Questo è il presente in cui viviamo, questo è quello che abbiamo creato e che molto presto ci farà pagare le conseguenze delle nostre azioni: nel 2050 gli oceani potrebbero contenere più bottiglie di plastica che pesci, in termini di peso. Oggi nei mari finiscono circa 8 milioni di tonnellate di plastica ogni anno, ovvero un camion zeppo di spazzatura al minuto. La vera domanda adesso è: dobbiamo cominciare ad urlare presi da una psicosi collettiva per la fine ormai così vicina o siamo ancora in tempo per fare qualcosa?
Il nostro lavoro vuole raccontare proprio questa grande tematica, che oramai non è più solo una cosa di cui sentiamo parlare al telegiornale o al bar da un paio di amici, ma sta diventando sempre più un problema per noi nella vita di tutti i giorni, e fenomeni tropicali come cicloni o violente trombe d’aria, o sbalzi climatici sempre più accentuati, o l’aria sempre più pesante che respiriamo tutti i giorni ne sono una prova.
L’installazione è strutturata così: nella sala sono presenti due proiettori, il primo si trova sul soffitto, e riprodurrà sul pavimento una serie di immagini che insieme formeranno un mare di spazzatura nel quale si dovrà “navigare” prima di arrivare davanti una parete dove l’altro proiettore, che si trova all’ingresso della sala alle spalle del visitatore, proietterà la scritta bianca e in maiuscolo “SCREAM” su un fondo nero. A questo punto il nostro spettatore non dovrà fare altro che eseguire quello che la scritta gli sta dicendo di fare, ossia urlare, e una volta eseguito l’ordine la scritta sulla parete sparirà per lasciare spazio ad un video contenente una serie di collage “prima e dopo”, con sotto una didascalia con anno e nome (es. amazzonia 2000/2019), con immagini che testimoniano come sia drasticamente cambiato l’aspetto del nostro pianeta nel giro di pochi anni, riportando fenomeni come quello della deforestazione della foresta pluviale, o dello scioglimento dei ghiacciai.
Alla fine del video, che durerà all’incirca trenta secondi, lo schermo tornerà ad essere completamente nero, e al centro comparirà la scritta bianca in maiuscolo “STOP SCREAMING, START WORKING FOR OUR PLANET”.
Lo scopo dell’installazione è, data anche la sua velocità, quello di lasciare lo spettatore di stucco dopo aver visto quelle immagini, e soprattutto dopo aver letto la frase finale, nella speranza che subito dopo possa suscitare in esso una riflessione al riguardo. Non ci rimane più molto tempo oramai, è arrivato il momento di agire.
#3 Installazione
STOP SCREAMING, START WORKING FOR OUR PLANET
Riproduzione, realizzata con il software di mapping digitale MadMapper, della nostra installazione all'interno della nuova sede di ex-poste dell'Università La Sapienza.
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